A Città di Castello (provincia di Perugia), nella parte occidentale dell'Umbria, è presente un monastero di clausura di Monache Clarisse Urbaniste, cioè religiose dell'Ordine di Santa Chiara che seguono la Regola mitigata da Papa Urbano IV e approvata nell'anno 1263.
Per contattare le religiose, ecco il loro indirizzo.
Monastero Santa Cecilia
Via della Fraternità, 1
06012 Città di Castello (Perugia)
Tel. e fax: 075.8553066
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La vita delle monache clarisse, eredi spirituali di Santa Chiara d'Assisi, è un cammino di profonda dedizione e radicale conformità al Vangelo, intrapreso all'interno di un'esistenza interamente consacrata a Dio. Fondato nel XIII secolo, l'Ordine delle Povere Sorelle, come lo volle Chiara, rappresenta una delle più antiche e significative espressioni del monachesimo femminile. Il loro stile di vita, pur potendo apparire austero e incomprensibile agli occhi del mondo moderno, è in realtà un'esperienza di grande libertà e gioia, fondata su alcuni pilastri inamovibili: la preghiera contemplativa, la povertà e la vita fraterna in clausura.
Il cuore pulsante della loro esistenza è la preghiera, che scandisce il ritmo della loro giornata fin dalle prime ore del mattino. L'intera vita delle clarisse è un'incessante lode a Dio, che si esprime attraverso la Liturgia delle Ore, cantata in coro a intervalli regolari. Questa preghiera non è solo un rito, ma l'ossatura della loro esistenza, un'occasione continua per lodare, ringraziare e intercedere per l'intera umanità. Al centro della loro spiritualità c'è l'Eucaristia, il culmine della loro giornata e il culmine della loro vita, che ricevono con profonda devozione e adorano in silenzio. Oltre alla preghiera comunitaria, ogni monaca dedica tempo alla preghiera personale, alla meditazione della Parola di Dio e alla lectio divina, nutrendo così un rapporto intimo e personale con il Signore.
Un elemento che distingue la vita clarissa è la scelta della clausura papale. Questa non deve essere vista come una prigione o un'alienazione dal mondo, ma come un "deserto" volontario, uno spazio sacro dove l'anima può ritirarsi dal rumore e dalle distrazioni per dedicarsi interamente a Dio. Le clarisse, pur vivendo in clausura, non sono indifferenti alle gioie e ai dolori dell'umanità. Anzi, le portano costantemente nel cuore e nella loro preghiera, diventando una forza spirituale potente per il mondo. Il loro è un silenzio operoso, un'intercessione incessante che si estende a tutti, specialmente ai più bisognosi di preghiera. La loro vita, spesso nascosta e silenziosa, è un segno profetico nel mondo, che ricorda che la vera pace e la pienezza si trovano in Dio e non nel successo o nelle ricchezze terrene.
La povertà assoluta è il terzo pilastro fondamentale, un principio che Santa Chiara difese con coraggio fino alla sua morte. Le monache, in conformità con la loro Regola, non possono possedere nulla, né individualmente né come comunità. Vivono del frutto del loro lavoro e delle offerte dei fedeli, affidandosi completamente alla Provvidenza divina. Questa povertà non è una penitenza, ma una via di liberazione e di unione con Cristo povero e umile. È la scelta di abbracciare la condizione del Figlio di Dio che per amore si è fatto uomo, privandosi di tutto. Vivere la povertà in questo modo libera l'anima dall'ansia del possesso e apre il cuore a un amore incondizionato per Dio e per il prossimo.
Infine, la vita fraterna è un aspetto essenziale e non negoziabile della loro vocazione. Le clarisse vivono in comunità, condividendo ogni aspetto della loro esistenza. La loro convivenza, fondata sull'umiltà, sulla carità e sul servizio reciproco, è una testimonianza visibile della fraternità evangelica. Il monastero diventa una "scuola d'amore", dove le sorelle si sostengono a vicenda nel cammino verso la santità. La Madre Abbadessa, che guida la comunità, è la prima a servire e a prendersi cura delle sue figlie con amore e saggezza. Il lavoro, la preghiera e la vita in comune sono un'espressione visibile dell'amore che le unisce.
Nel corso dei secoli, l'Ordine ha conosciuto diverse riforme e suddivisioni, pur mantenendo intatto il carisma originario di Santa Chiara. Esistono infatti diverse famiglie, come le Clarisse Urbaniste, le Clarisse Cappuccine e le Clarisse Collettine, che, pur vivendo la stessa spiritualità, si differenziano per alcune consuetudini e regole. Tuttavia, tutte condividono la stessa vocazione: quella di una vita di preghiera, penitenza, povertà e fraternità, vissuta in clausura per la salvezza del mondo.








