Monache Clarisse - Monastero SS. Annunziata
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Santa Chiara d’Assisi, luminosa figura del XIII secolo, è tra le più alte espressioni della santità femminile nella tradizione cristiana. La sua vita, segnata da una radicale scelta evangelica, ha dato origine a un cammino spirituale che continua a fiorire nei monasteri delle monache clarisse. Nata in una famiglia nobile, Chiara fu attratta fin da giovane dalla predicazione di Francesco d’Assisi, che proponeva una vita povera, libera, interamente consacrata a Dio. La notte della Domenica delle Palme del 1212, Chiara lasciò la casa paterna per unirsi a Francesco nella Porziuncola, rinunciando a ogni privilegio e abbracciando la povertà come via di libertà e amore. Questo gesto, audace e profetico, segnò l’inizio di una nuova forma di vita monastica femminile, fondata non sulla clausura imposta, ma sulla scelta consapevole di vivere in totale dipendenza dalla Provvidenza.
Nel piccolo monastero di San Damiano, Chiara visse per oltre quarant’anni in una comunità di sorelle che condividevano la stessa aspirazione: seguire Cristo povero e crocifisso, nella semplicità, nella fraternità e nella preghiera. La spiritualità clariana si fonda su tre pilastri: povertà, contemplazione e comunione. La povertà non è solo materiale, ma spirituale: è spogliazione dell’ego, rinuncia al dominio, apertura all’altro. Chiara difese con forza il “privilegio della povertà”, rifiutando rendite e protezioni, per vivere come le prime discepole del Vangelo, affidandosi ogni giorno alla misericordia di Dio. Questa povertà, vissuta con gioia e gratitudine, diventa spazio di libertà interiore, luogo di incontro con il Cristo che non ha dove posare il capo.
La contemplazione è il cuore pulsante della vita clariana. Chiara invita le sue sorelle a fissare lo sguardo su Cristo, a meditare il suo volto, a lasciarsi trasformare dalla sua bellezza. La preghiera non è evasione, ma immersione nel mistero dell’amore divino. Le monache clarisse vivono la liturgia delle ore, l’adorazione eucaristica, la meditazione silenziosa come respiro dell’anima, come dialogo intimo con il Signore. In questo silenzio abitato, esse intercedono per il mondo, portano nel cuore le sofferenze dell’umanità, offrono la propria vita come sacrificio di lode. La clausura non le separa dal mondo, ma le rende più vicine ad esso, in una comunione invisibile e profonda.
La fraternità è il terzo pilastro della spiritualità clariana. Le sorelle vivono insieme come una famiglia spirituale, dove ogni relazione è purificata dalla preghiera, illuminata dalla Parola, custodita nella verità. La comunità è luogo di crescita, di conversione, di servizio reciproco. Chiara, come madre e sorella, ha incarnato una leadership umile e forte, capace di guidare senza imporsi, di correggere con dolcezza, di amare senza riserve. Le monache clarisse continuano a vivere questa fraternità come segno del Regno, come profezia di una umanità riconciliata.
La vita di Santa Chiara e la spiritualità delle sue figlie sono un dono per la Chiesa e per il mondo. In un’epoca segnata dal rumore, dalla corsa al possesso, dalla frammentazione, esse testimoniano la bellezza del silenzio, della gratuità, della comunione. Chiara non ha lasciato grandi opere, ma ha lasciato una luce che non si spegne: quella di una vita interamente donata, di un amore che si fa preghiera, di una gioia che nasce dalla povertà. Le monache clarisse, nel nascondimento dei loro monasteri, continuano a custodire questa fiamma, offrendo al mondo una presenza silenziosa e feconda, un invito alla pace, alla verità, alla santità.

