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venerdì 19 settembre 2025

Clarisse Gorizia


Uno degli scopi di questo blog è di segnalare i migliori monasteri d'Italia in cui poter fare un'esperienza vocazionale. Alle ragazze del Friuli-Venezia Giulia segnalo il monastero di stretta osservanza delle Suore Clarisse, sito in Piazza Sant'Antonio, 2/B - 34170 Gorizia.

Le Clarisse di Gorizia si caratterizzano per l'ardente devozione alla Madonna e per la "pietas cristiana" con cui partecipano al Santo Sacrificio della Messa. Secondo il giornalista Camillo Langone, nella loro chiesetta viene celebrata una delle migliori Messe del nord-est. Il loro monastero è una vera e propria oasi di pace e di vita cristiana.

Forse qualche lettore del blog pensa che in fondo i monasteri sono tutti uguali. In realtà ci sono monasteri dove si vive in maniera fervorosa e devota, osservando fedelmente la propria Regola monastica, mentre in altri monasteri è subentrato un certo rilassamento che ha portato ad uno stile di vita tiepido e poco attraente. Sant'Alfonso Maria de Liguori, grande Dottore della Chiesa, è stato un zelante apostolo delle vocazioni religiose. Nei suoi scritti diceva ai giovani vocati di scegliere di entrare in un monastero di stretta osservanza, poiché è meglio restare a casa propria anziché entrare in un monastero rilassato, dove, come dimostra l'esperienza, si viene derisi e trascinati al rilassamento dagli altri religiosi.

La vita religiosa è bella solo se viene vissuta in maniera profonda e fervorosa, altrimenti è meglio restare nel mondo. Fortunatamente, dopo la burrasca degli anni settanta, adesso stanno fiorendo vari monasteri che attraggono molte vocazioni grazie ad uno stile di vita autenticamente religioso. In questi monasteri si vive da vere religiose, senza compromessi con la mondanità e il rilassamento. Quante benedizioni piovono dal Cielo grazie alla vita di penitenza e preghiera delle zelanti seguaci di Santa Chiara! Preghiamo per loro affinché rimangano fedeli alla propria Regola e non facciano la fine di quei monasteri che si sono rilassati.

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Santa Chiara d'Assisi, nata nel 1194 a Assisi, è una figura centrale nella spiritualità cristiana per la sua capacità di trasformare la vita contemplativa in un impegno attivo di carità e solidarietà. Dopo aver incontrato San Francesco, decide di abbandonare la vita mondana per dedicarsi interamente a Dio, fondando nel 1212 il primo convento delle Clarisse a San Damiano. La sua spiritualità si fonda su tre pilastri: la povertà radicale, l’amore per la natura e la solidarietà verso i più bisognosi.

La povertà per Chiara non è solo una rinuncia materiale, ma un’apertura totale al dono di Dio. Il suo “Regola” – un documento breve ma intenso – invita le monache a vivere “senza possedere nulla, né per sé né per gli altri”, a condividere ogni bene e a considerare la ricchezza interiore più preziosa di qualsiasi tesoro terreno. Questa povertà è intesa come libertà: liberarsi delle catene dell’ego per accogliere la volontà divina.

Il legame con la natura è un altro aspetto distintivo della spiritualità clarissa. Chiara vedeva la creazione come una manifestazione dell’amore di Dio e, per questo, la cura del creato diventava un atto di preghiera. Le sue lettere descrivono la gioia di osservare gli uccelli, i fiori e le stagioni, riconoscendo in ogni elemento una testimonianza della presenza divina. Questo rispetto per la natura ha anticipato, di secoli, le attuali preoccupazioni ecologiche, facendo di Santa Chiara una pioniera della “teologia della creazione”.

Infine, la solidarietà è il volto pratico della sua fede. Le Clarisse, fin dalle origini, si sono dedicate all’assistenza dei poveri, degli ammalati e delle donne in difficoltà. Il convento di San Damiano divenne un rifugio per le vedove, le orfane e le malate, dove la preghiera si accompagnava a gesti concreti di cura. Questa dimensione “attiva” della contemplazione è riassunta nella frase di Chiara: “Chi ama Dio, ama anche il prossimo”.

Nel corso dei secoli, la spiritualità di Santa Chiara ha influenzato numerose riforme religiose e movimenti di vita comunitaria. Le Clarisse, oggi presenti in più di 30 paesi, mantengono viva la sua eredità attraverso una vita di preghiera silenziosa, lavori manuali e impegno sociale. Le monache continuano a praticare la “preghiera della mano”, una forma di meditazione che combina il segno della croce con il ritmo del lavoro quotidiano, rendendo la preghiera stessa un atto di servizio.

Le sfide contemporanee – dalla crisi climatica alla crescente disuguaglianza – trovano nella spiritualità clarissa una risposta coerente: una vita radicata nella povertà, nella reverenza per la natura e nella solidarietà concreta. Santa Chiara, con la sua capacità di unire contemplazione e azione, offre un modello di santità che non si limita a un ideale astratto, ma si traduce in un impegno quotidiano per costruire un mondo più giusto e più rispettoso della creazione.