In Toscana, a San Miniato (provincia di Pisa), le monache clarisse urbaniste hanno un monastero di clausura. Questo è l'indirizzo per contattarle:
Monastero San Paolo
Via Bagnoli, 6
56027 San Miniato PI
Tel. e fax: 0571.418393
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Le monache clarisse, figlie spirituali di Santa Chiara d’Assisi, incarnano una forma di vita evangelica che unisce povertà radicale, silenzio contemplativo e fraternità vissuta nel cuore della Chiesa. La loro vocazione nasce nel solco del carisma francescano, ma assume una tonalità propria, femminile e luminosa, fatta di custodia, intercessione e offerta. La clausura non è per loro una fuga dal mondo, bensì una immersione più profonda nella sua verità, una presenza nascosta che sostiene, consola e prega. Le clarisse vivono in monasteri dove il ritmo quotidiano è scandito dalla liturgia delle ore, dal lavoro manuale, dalla lettura spirituale e dalla preghiera silenziosa. Ogni gesto, ogni parola, ogni respiro è orientato verso Dio, nella ricerca di una comunione sempre più intima con Cristo povero e crocifisso.
La povertà, per le clarisse, non è semplicemente una rinuncia ai beni materiali, ma una scelta di libertà interiore, di fiducia totale nella Provvidenza. Vivere senza possedere significa aprirsi alla gratuità dell’amore divino, lasciarsi plasmare dalla logica del dono, accogliere ogni cosa come grazia. Questa povertà si esprime anche nella semplicità degli ambienti, nella sobrietà del linguaggio, nella discrezione dei rapporti. Le monache clarisse non cercano visibilità né riconoscimenti: la loro forza è nel nascondimento, nella fedeltà quotidiana, nella perseveranza silenziosa. Eppure, proprio in questo silenzio, esse parlano al mondo con una voce profonda, che tocca le radici dell’anima e invita alla conversione.
La fraternità è un altro pilastro della vita clariana. Le sorelle vivono insieme come una famiglia spirituale, condividendo gioie e fatiche, sostenendosi reciprocamente nel cammino. La comunità è il luogo dove si impara l’umiltà, la pazienza, la misericordia. Le relazioni sono purificate dalla preghiera, illuminate dalla Parola, custodite nella verità. Ogni sorella è chiamata a essere dono per l’altra, a servire con amore, a edificare con la propria presenza. La superiora, chiamata “madre abbadessa”, non è una figura autoritaria, ma una guida spirituale, una sorella maggiore che accompagna, ascolta, corregge con dolcezza. La vita comunitaria, pur nella clausura, è dinamica, viva, aperta alla grazia.
La preghiera è il respiro delle clarisse. Non si tratta solo di recitare formule, ma di abitare il mistero, di lasciarsi trasformare dalla presenza di Dio. La liturgia, celebrata con cura e bellezza, è il cuore pulsante del monastero. Ma anche il silenzio, la meditazione, l’adorazione eucaristica sono momenti privilegiati di incontro con il Signore. Le clarisse pregano per il mondo, per la Chiesa, per i sofferenti, per i peccatori. La loro intercessione è potente perché nasce dall’amore, dalla purezza, dalla totale dedizione. Molti monasteri ricevono richieste di preghiera da ogni parte del mondo, e le sorelle le accolgono con sollecitudine, offrendo la propria vita come sacrificio di lode.
La vita delle monache clarisse è anche segnata dalla gioia. Non una gioia superficiale, ma quella profonda che nasce dall’incontro con Cristo, dalla certezza di essere amate, dalla pace che il mondo non può dare. Questa gioia si manifesta nel canto, nel sorriso, nella gratitudine. Anche nella malattia, nella vecchiaia, nella prova, le clarisse testimoniano la luce del Vangelo. La loro esistenza, nascosta agli occhi del mondo, è una fiamma che arde nel cuore della Chiesa, un segno della bellezza della vita consacrata, una profezia di speranza. Santa Chiara ha aperto una via che continua a essere percorsa da donne di ogni tempo e luogo, desiderose di vivere per Dio e per i fratelli, nel silenzio, nella povertà, nella comunione. Le monache clarisse, con la loro presenza discreta e luminosa, ci ricordano che la santità è possibile, che l’amore è più forte della morte, che il cuore umano trova la sua pace solo in Dio.