Per contattare le Monache Clarisse di Montone (provincia di Perugia), rivolgersi a questo indirizzo:
Monastero Sant'Agnese
Via Roma, 29
06014 Montone (Perugia)
Tel. e fax: 075.9306140
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Le monache clarisse rappresentano una delle comunità femminili più antiche e significative della tradizione cristiana. Fondata nel XIII secolo da Chiara d’Assisi sotto l’ispirazione di san Francesco, l’ordine delle Clarisse nacque come risposta al desiderio di una vita radicale di povertà, preghiera e contemplazione. Fin dall’inizio, le clarisse scelsero la clausura come modalità per proteggere la vita interiore e garantire una dedizione totale a Dio: le mura del convento non sono viste come una prigione, ma come uno spazio sacro dove il tempo si struttura attorno alla liturgia delle ore, alla celebrazione dell’Eucaristia e a momenti prolungati di silenzio e meditazione. Questo ambiente favorisce una quotidianità fatta di ritmi antichi, in cui il lavoro manuale, lo studio spirituale e la preghiera si intrecciano, creando una forma di resistenza culturale contro l’accelerazione e la dispersione tipiche della vita moderna.
Le clarisse hanno sempre posto la povertà al centro della loro identità: non si tratta solo di un voto formale, ma di una scelta teologica e antropologica che interpreta il distacco dai beni materiali come via per una maggiore dipendenza da Dio e per un’apertura concreta alla solidarietà verso i poveri. Nei secoli, molte comunità clarisse hanno espresso questa povertà anche attraverso la semplicità delle loro abitazioni, la rinuncia a ornamenti superflui e l’impegno in opere di beneficenza, pur mantenendo la priorità della vita contemplativa. La figura della fondatrice, santa Chiara, incarna questo ideale con una forza che continua a ispirare: la sua Regola, semplice e rigorosa, invita a una vita di semplicità evangelica, fiducia nella provvidenza e amore fraterno.
Nonostante la clausura, le clarisse non sono state isolate dalla storia: durante le epoche hanno avuto ruoli differenti a seconda dei contesti sociali e culturali. In alcuni momenti storici i conventi furono centri di cultura, dove si copiava e conservava il patrimonio testuale; in altri, luoghi di accoglienza per donne in difficoltà o per giovani in cerca di formazione spirituale. Le crisi politiche, le riforme ecclesiastiche e le trasformazioni sociali hanno sempre segnato la vita dei monasteri, costringendo le comunità a rinnovarsi, adattarsi o talvolta a nascere nuovamente in forme nuove. Nell’età contemporanea, molte clarisse hanno saputo reinterpretare la clausura e il lavoro monastico attraverso attività artigianali — come la produzione di dolci, oggetti religiosi o lavori tessili — che consentono un sostegno economico e un contatto moderato con la società esterna, senza tradire la vocazione contemplativa.
La spiritualità clarisse si fonda su una forte attenzione alla dimensione comunitaria. La vita nel monastero è costruita su relazioni di reciprocità e responsabilità condivisa: decisioni, preghiere e fatiche sono vissute insieme, in un equilibrio che richiede disciplina, umiltà e capacità di perdono. Questo aspetto comunitario spesso viene sottovalutato da chi immagina il monaco o la monaca come figura isolata; al contrario, la vita religiosa femminile mette in gioco quotidianamente la qualità delle relazioni e la capacità di armonizzare carismi personali con il bene comune. Inoltre, la clarissa è chiamata a una testimonianza silenziosa: la sua vita di preghiera è intesa come intercessione continua per il mondo, una presenza che sostiene la comunità cristiana attraverso il dono della contemplazione.
L’educazione spirituale delle clarisse passa anche per lo studio e la riflessione teologica. Sebbene la loro priorità sia la preghiera, molte comunità hanno coltivato una profonda conoscenza dei testi sacri, della liturgia e dei padri della Chiesa. Questo patrimonio culturale permette una contemplazione che non è fuga dalla realtà, ma radicamento intellettuale e affettivo nella tradizione ecclesiale. Inoltre, nella modernità, alcune comunità hanno aperto spazi di formazione e ritiri spirituali per donne e uomini che cercano un’esperienza di silenzio e ascolto, offrendo risposte a domande esistenziali profonde e a bisogni di discernimento.
Le sfide attuali per le monache clarisse includono il calo delle vocazioni in molte parti del mondo, l’invecchiamento delle comunità e la necessità di garantire la sostenibilità economica dei monasteri.
Infine, la figura della monaca clarissa conserva un fascino profondo per la forza morale e spirituale che esprime: è simbolo di coerenza tra parola e vita, di una ricerca di autenticità che passa attraverso la semplicità, la fedeltà ai voti e l’amore per la comunità. La loro presenza continua a interpellare la società contemporanea su questioni fondamentali: cosa significa vivere con meno, come coltivare il silenzio in un mondo rumoroso, in che modo la preghiera può diventare motore di cambiamento sociale. Le clarisse, con la loro testimonianza, ricordano che la ricerca del Divino non è un rifugio dalla realtà ma una chiamata a trasformarla dall’interno.

