Le donne che sentono nel proprio cuore di avere la vocazione matrimoniale, ma non riescono a trovare un fidanzato cristiano, possono leggere il seguente annuncio di un uomo che sta cercando una moglie davvero fedele agli insegnamenti della Chiesa Cattolica. Cliccare qui per leggere l'annuncio.

lunedì 6 ottobre 2025

Clarisse di Milano

Indirizzo delle Monache Clarisse di Milano.

Monastero Santa Chiara
Piazza Piccoli Martiri, 3
20127 Milano


Al 31 dicembre 2012 erano presenti nel monastero 23 monache Professe di voti solenni.

__________


La vita delle monache clarisse, fondate da Santa Chiara d'Assisi nel XIII secolo, rappresenta una delle più antiche e austere forme di vita religiosa femminile all'interno della Chiesa cattolica. Questo ordine, nato in stretta collaborazione con San Francesco d'Assisi, si basa su una regola di vita che privilegia la preghiera contemplativa, la povertà radicale e la vita di fraternità. Le clarisse, il cui nome ufficiale è Ordine delle Povere Dame (o Second'Ordine francescano), vivono in monasteri di clausura, un ambiente che per molti può sembrare un distacco dal mondo, ma che per loro è la condizione essenziale per un'autentica ricerca di Dio e un'intercessione continua per l'umanità.

La giornata di una clarissa è scandita da una rigorosa scansione di preghiera comunitaria e solitaria. L'Ufficio Divino, ovvero la preghiera liturgica della Chiesa, scandisce le ore del giorno e della notte, con celebrazioni che iniziano all'alba e si concludono a tarda sera. Questo impegno di preghiera è il cuore pulsante della loro esistenza, un'offerta costante a Dio per i bisogni del mondo.  La preghiera non è solo un rito, ma un dialogo intimo e personale con il Signore, che si manifesta anche nell'orazione mentale, un tempo di profondo silenzio e contemplazione.

La povertà è un altro pilastro fondamentale della spiritualità clarissa. Secondo la regola originaria di Santa Chiara, le sorelle non potevano possedere beni, né individualmente né in comunità. Questo "privilegio della povertà" non era visto come una privazione, ma come un'adesione totale al Vangelo e all'esempio di Cristo, che "non aveva un luogo dove posare il capo". Oggi, pur con alcune variazioni a seconda della specificità del monastero, la vita delle clarisse continua a essere improntata a una grande essenzialità. I loro monasteri sono spesso poveri e le sorelle si mantengono con il lavoro delle loro mani: produzione di ostie, lavori di sartoria, artigianato, o anche giardinaggio. Questo lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma anche una forma di preghiera e di unione con la fatica di tutti gli uomini.

La vita di comunità è un elemento irrinunciabile per una clarissa. All'interno del monastero, le sorelle vivono in una fraternità che imita quella della prima comunità cristiana. Le relazioni sono improntate alla carità fraterna, al perdono reciproco e al servizio. Ogni sorella ha un ruolo e un compito all'interno della comunità, dalla badessa, che ha il compito di guidare e servire le sorelle, alla più giovane.  Questo vivere insieme, pur con le inevitabili difficoltà della convivenza, è visto come un percorso di santificazione, dove si impara a riconoscere Cristo nel volto della propria sorella.

Un aspetto che a volte sfugge a chi osserva dall'esterno è il ruolo missionario delle clarisse. Pur vivendo in clausura, la loro missione non è meno incisiva di quella di chi opera "nel mondo". La loro vita di preghiera e sacrificio è un'intercessione continua per la salvezza di tutti. Sono come "sentinelle" che vegliano, con la loro vita nascosta, sui destini dell'umanità. Molti si rivolgono a loro per chiedere preghiere, testimonianza della fede che la gente ha nel potere della loro preghiera. La vita di una clarissa è, in definitiva, un'esistenza di donazione totale, un "sì" incondizionato a Dio, vissuto nella gioia e nella speranza. Nonostante le sfide della vita moderna, la loro testimonianza continua ad attirare vocazioni, a riprova della vitalità e della perenne attualità di questo carisma che affonda le sue radici nel cuore del Vangelo.

L'ingresso in monastero è un percorso lungo e delicato, che richiede un profondo discernimento. Si inizia con un periodo di postulandato e noviziato, in cui la candidata ha la possibilità di verificare la sua vocazione, per poi giungere alla professione dei voti, che la unisce per sempre a Dio e alla comunità. Questo cammino, fatto di rinunce e di gioie, è la risposta a una chiamata d'amore che risuona nel profondo del cuore, un amore che spinge a lasciare tutto per trovare l'unica perla di grande valore.