Monastero Santa Chiara
Viale Madonna dei Fiori, 3
12042 Bra (Cn)
Al 31 dicembre 2012 erano presenti nel monastero 7 monache Professe di voti solenni, 2 monache di voti temporanei e 1 postulante.
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Nel cuore dell'esperienza francescana, la figura di Santa Chiara d'Assisi brilla di una luce propria, riflettendo una spiritualità radicale e profondamente incarnata che ha plasmato non solo la sua vita, ma anche quella delle innumerevoli donne che, ispirate dal suo esempio, hanno abbracciato la vita claustrale come Clarisse. La spiritualità di Chiara non è un mero corollario a quella di San Francesco, ma un percorso autonomo e complementare, intriso di una contemplazione unica e di un amore ardente per Cristo povero e crocifisso.
Al centro della spiritualità di Chiara vi è la "forma di vita" evangelica, ovvero la scelta di vivere il Vangelo sine glossa, senza interpretazioni che ne attenuassero la radicalità. Questa adesione incondizionata al messaggio di Cristo si traduce in una povertà assoluta, non solo materiale ma anche spirituale, che Chiara difese con strenua determinazione, persino contro le pressioni ecclesiastiche dell'epoca. La "privilegio della povertà" divenne per lei e per le sue sorelle non una rinuncia, ma un'opportunità di libertà, un mezzo per spogliarsi di ogni attaccamento mondano e per conformarsi più pienamente a Cristo che "da ricco si fece povero per noi" (2 Cor 8,9). Questa povertà non era fine a se stessa, ma una porta d'accesso all'intimità con Dio, un invito a dipendere interamente dalla Provvidenza divina.
La contemplazione è un altro pilastro fondamentale della spiritualità clarissa. Chiara invitava le sue sorelle a contemplare quotidianamente il Crocifisso, a specchiarsi in Lui come in uno specchio. In questa contemplazione, il dolore e l'umiliazione di Cristo diventavano un richiamo alla compassione e alla solidarietà con i sofferenti. Lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso non era un esercizio passivo, ma un'esperienza trasformatrice che conduceva a un'identificazione profonda con Lui, a un desiderio di partecipare alla sua passione e alla sua gloria. Questa contemplazione si estendeva poi all'Eucaristia, nella quale Chiara riconosceva la presenza reale di Cristo e attingeva forza e consolazione. È celebre l'episodio in cui, di fronte all'invasione saracena, Chiara espose il Santissimo Sacramento, allontanando i nemici con la forza della sua fede.
La vita comunitaria era vissuta come un riflesso della Trinità, un luogo di amore fraterno e di reciproco servizio. Chiara sottolineava l'importanza dell'unità e dell'armonia tra le sorelle, invitandole a sostenersi a vicenda nel cammino spirituale. L'obbedienza, la castità e la povertà erano vissute non come imposizioni, ma come scelte libere dettate dall'amore per Dio e per il prossimo. Il chiostro, lungi dall'essere una prigione, era per Chiara un "orto fiorito", un luogo di pace e di crescita spirituale, dove le sorelle potevano dedicarsi interamente alla preghiera e alla contemplazione, offrendo la loro vita per la salvezza del mondo.
L'amore per l'Eucaristia, come già accennato, riveste un ruolo centrale. Chiara aveva una devozione profonda al Sacramento, riconoscendovi la presenza reale e viva di Gesù. Questo amore si manifestava non solo nella partecipazione alla Messa e nell'adorazione, ma anche nella cura e nel rispetto per l'altare e per tutto ciò che riguardava il culto eucaristico. L'Eucaristia era per lei il "Pane della vita", il nutrimento spirituale che sosteneva il cammino di fede e alimentava la carità.
La figura di Maria, la Vergine Madre, era un altro punto di riferimento costante per Chiara. La sua umiltà, la sua obbedienza e il suo "sì" incondizionato alla volontà di Dio erano un modello di vita evangelica. Le Clarisse, seguendo l'esempio di Chiara, venerano Maria come la prima e più perfetta discepola, colei che ha accolto Cristo nel suo grembo e lo ha offerto al mondo. La preghiera del Rosario e altre devozioni mariane sono parte integrante della loro vita spirituale.
Infine, la spiritualità di Chiara è caratterizzata da una gioia profonda, una "letizia perfetta" che scaturisce dall'abbandono fiducioso in Dio. Nonostante le privazioni e le difficoltà della vita claustrale, le Clarisse, sull'esempio della loro fondatrice, sono chiamate a irradiare la gioia di Cristo, testimoniando al mondo che la vera felicità si trova solo in Lui. Questa gioia non è superficiale, bensì è una pace interiore che solo la comunione con Dio può donare.
La spiritualità di Santa Chiara e delle Clarisse è un cammino di radicale adesione al Vangelo, di povertà evangelica, di contemplazione profonda del Crocifisso e dell'Eucaristia, di vita fraterna e di gioia nell'abbandono a Dio. Un percorso che, a distanza di secoli, continua a ispirare e a illuminare la via di quanti cercano un senso profondo e una vita piena di significato.