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venerdì 26 settembre 2025

Clarisse Creazzo

Le suore di Creazzo sono tra le più stimate del Veneto.

Nonostante vivano “nascoste al mondo” e recluse all'interno della clausura, le Suore Clarisse dell'Immacolata continuano ad aumentare di numero grazie alle numerose vocazioni di cui beneficiano. Il merito è tutto del buon Dio e dell'intercessione della Mediatrice di tutte le grazie, ma queste umili suore (in prevalenza giovani) cooperano ad attrarre vocazioni soprattutto mediante la potentissima arma della preghiera. Non riesco a spiegarmi diversamente questo forte interesse di tante ragazze per quest'ordine religioso.

C'è anche un altro motivo del successo vocazionale di queste zelanti seguaci di Santa Chiara: il loro stile di vita devoto. Quando un ordine religioso vive la propria vocazione in uno spirito di fervore e di profondo raccoglimento, si forma un'atmosfera di santità nella quale si vive d'amore per Dio e di carità fraterna per il prossimo, così come avveniva nelle prime comunità cristiane fondate dagli Apostoli. I giovani sono attratti dagli ordini religiosi nei quali si vive veramente lo spirito religioso e il carisma del fondatore dell'ordine. Invece gli istituti religiosi nei quali si vive in maniera rilassata e quasi secolarizzata, difficilmente riescono ad attrarre giovani postulanti.

Guardate la foto a lato, scattata in uno dei monasteri delle Suore Clarisse dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Sul volto della clarissa in primo piano si percepisce un senso di pace, serenità e raccoglimento interiore. Quando si vive distaccati dai beni terreni che tutti dovranno abbandonare nell'ora della morte, e il cuore è immerso in Dio che è amore infinito, il volto umano assume un atteggiamento spirituale che colpisce per la serenità che trasmette. Le suore di clausura non sono persone da “compatire”, come pensano stoltamente i mondani. Infatti, loro possono godere di gioie e consolazioni spirituali che è difficile poter provare vivendo in questo mondo pieno di distrazioni e dissipazioni che allontanano da Dio. Sant'Agostino insegna che il Signore ha creato il cuore umano per amare Lui, e quindi solo riposando in Dio il nostro cuore si sente in pace.

Le Clarisse dell'Immacolata non vanno confuse con le Francescane dell'Immacolata (altro ottimo ordine religioso di stretta osservanza). Si tratta di due ordini diversi, anche se sono legati da stretti vincoli di amicizia.

Cosa posso consigliare ad una ragazza desiderosa di entrare nelle Clarisse dell'Immacolata? Posso dire che attualmente è uno dei migliori ordini religiosi esistenti; un vero dono della Madonna alla Chiesa Cattolica. Per effettuare alcuni giorni di discernimento vocazionale, scrivere a:

Monastero "Roseto dell'Immacolata Porta del Cielo e di San Giuseppe"
Via Rivella 5
36051 Creazzo (Vicenza)






La vita di Santa Chiara d'Assisi (1193-1253) e la spiritualità dell'ordine che da lei prende il nome, le monache clarisse, sono indissolubilmente legate e rappresentano un'esperienza spirituale unica e di straordinaria rilevanza storica e mistica. La loro storia inizia con un incontro che avrebbe cambiato il corso del monachesimo femminile: quello tra Chiara e San Francesco d'Assisi. Chiara, figlia di una nobile famiglia assisiate, la Favarone, rimase profondamente colpita dalla predicazione di Francesco e dal suo radicale stile di vita evangelico. Nella notte della Domenica delle Palme del 1212, fuggì dalla sua casa per raggiungere la Porziuncola, dove Francesco la attendeva. Qui, in un gesto di totale rottura con il suo passato e la sua ricchezza, si fece tagliare i capelli e ricevette il saio di povertà, segnando l'inizio della sua conversione. Questo atto non fu un'impetuosa ribellione giovanile, ma l'inizio di una profonda e matura scelta di vita, quella di seguire Cristo "spogliato di ogni cosa", come dirà lei stessa.

Inizialmente, Chiara e le sue prime compagne si stabilirono in un piccolo convento annesso alla chiesa di San Damiano, restaurata da Francesco. Questo luogo, che in seguito divenne la casa madre dell'Ordine delle Clarisse, divenne il centro di una spiritualità tutta femminile e contemplativa. La vita a San Damiano era caratterizzata da una rigorosa povertà, una preghiera incessante e un profondo spirito di fraternità. Chiara, pur vivendo in clausura, non era una figura isolata, ma la madre spirituale di una comunità che crebbe rapidamente, attirando donne di ogni ceto sociale, comprese sua sorella Agnese e la stessa madre, Ortolana.

La spiritualità clarissa, forgiata dall'esperienza di Chiara, si fonda su pilastri solidi e ben definiti. Il primo e più importante è la povertà assoluta. A differenza di molti ordini mendicanti maschili, le clarisse non potevano possedere nulla, né individualmente né come comunità. Questa scelta, che può apparire estrema, era per Chiara la via maestra per l'imitazione di Cristo, il "re che si è fatto povero". La povertà non era un fine in sé, ma un mezzo per liberare il cuore da ogni attaccamento terreno e per affidarsi completamente alla Provvidenza divina. Chiara lottò strenuamente per ottenere il "Privilegio della Povertà", un documento che garantiva alla sua comunità di non poter essere costretta ad accettare donazioni o possedimenti. Questa battaglia, durata decenni e spesso in conflitto con la Curia romana, testimonia la sua ferma convinzione che solo la povertà radicale potesse preservare l'autenticità del loro carisma.

Un altro elemento fondamentale è la contemplazione di Cristo. Chiara invitava le sue sorelle a guardare nel "specchio del Crocifisso", un'immagine che esprime la sua profonda spiritualità sponsale. In questo specchio, l'anima può riflettersi e, contemplando la povertà e l'umiltà di Cristo, trasformarsi a sua volta in una sua immagine. La contemplazione non era un'attività passiva, ma un'immersione totale nell'amore di Dio, che portava a un'identificazione mistica con il Signore. La clausura, in questo contesto, non era una prigione, ma il luogo ideale per questo cammino interiore, un "deserto" volontario dove l'anima poteva incontrare il suo Sposo senza distrazioni. Da questa unione intima, nasceva una gioia profonda e una serenità che trascendeva ogni privazione.

La vita fraterna è il terzo pilastro essenziale. Chiara, come abbadessa, guidava la sua comunità con un'amorevolezza e una saggezza straordinarie. La sua regola, la prima scritta da una donna per una comunità religiosa femminile e approvata da un papa (Innocenzo IV), sottolinea l'importanza dell'amore reciproco, dell'umiltà e del servizio. La comunità era il luogo dove il Vangelo veniva vissuto quotidianamente, attraverso la condivisione, il perdono e il sostegno reciproco. Il loro lavoro, spesso umile e manuale, era un'espressione della loro preghiera e della loro offerta a Dio.

La vita di Santa Chiara fu un'offerta continua, segnata dalla malattia e dalla sofferenza, che ella accolse come una via per conformarsi a Cristo crocifisso. Morì il 11 agosto 1253 a San Damiano, e la sua santità fu riconosciuta poco tempo dopo. Il suo ordine, che si diffuse rapidamente in tutta Europa e nel mondo, continua ancora oggi a vivere secondo il suo spirito. Le monache clarisse, pur con diverse riforme e famiglie (come le Urbaniste, le Cappuccine e le Collettine), mantengono vivo il carisma della povertà, della contemplazione e della vita fraterna. La loro esistenza, spesso nascosta al mondo, è un richiamo profetico alla centralità di Dio e alla forza liberatrice dell'amore evangelico, che si manifesta pienamente nella povertà e nell'umiltà.