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Il monastero delle clarisse di Attimis (provincia di Udine) è stato fondato da monache provenienti dal monastero di Moggio Udinese. Attualmente sono presenti oltre una ventina di religiose. Le clarisse sono suore di clausura, ed essendo un Ordine di diritto Pontificio, seguono la clausura papale, la quale viene regolamentata dalla Santa Sede. Le suore di clausura possono uscire dal monastero solo in casi particolari (ad esempio per andare dal dottore) e non possono far entrare estranei all'interno della clausura, tranne in casi determinati (ad esempio far entrare degli operai che devono eseguire dei lavori di ristrutturazione). Queste seguaci di Santa Chiara sono di "vita contemplativa", indossano un abito marrone con velo nero e soggolo bianco (le novizie hanno anche il velo di colore bianco).
Monastero Santa Maria degli Angeli
Borgo Faris, 46
33040 Attimis (Udine)
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_______________La spiritualità di santa Chiara d'Assisi rappresenta un percorso straordinario di dedizione totale a Dio, caratterizzato da una profonda radicalità evangelica e da un'intimità mistica unica nel panorama religioso medievale. Donna di grande sensibilità e coraggio, Chiara abbracciò la visione spirituale di San Francesco d'Assisi, diventando fondatrice di un nuovo ordine religioso femminile che rivoluzionò il concetto di vita consacrata del suo tempo.
Fin dalla sua giovinezza, Chiara manifestò una sensibilità religiosa fuori dal comune. Proveniente da una nobile famiglia di Assisi, rinunciò spontaneamente ai privilegi della sua condizione sociale per seguire una chiamata spirituale che la portò a dedicare interamente la sua vita a Dio. Il suo incontro con Francesco d'Assisi fu determinante: dal santo di Assisi apprese l'importanza della povertà evangelica, intesa non come privazione, ma come liberazione totale dai legami materiali per concentrarsi esclusivamente sull'amore divino.
La spiritualità di Chiara si caratterizzava per una dimensione contemplativa profonda. La sua vita monastica non era un rifugio dal mondo, ma un modo di essere nel mondo attraverso la preghiera e la contemplazione. Scelse la clausura non come isolamento, ma come spazio di trasformazione interiore e di intercessione per l'umanità. Il suo monastero di San Damiano divenne un luogo di preghiera incessante, dove la comunità femminile viveva secondo i principi della povertà assoluta e della fraternità evangelica.
L'aspetto più rivoluzionario della sua spiritualità fu la concezione della povertà. Chiara la intendeva come una scelta radicale di libertà, un distacco totale dai beni materiali per affidarsi completamente alla provvidenza divina. Questo concetto era talmente profondo che ottenne dal Papa il Privilegium Paupertatis, un documento che garantiva alla sua comunità il diritto di vivere senza possedere alcun bene materiale, una condizione straordinaria per l'epoca.
La sua spiritualità era fortemente cristocentrica. Chiara vedeva in Cristo il modello supremo di umiltà e di amore. Nei suoi scritti e nella sua vita, emerge una contemplazione continua della passione di Cristo, vissuta non come elemento di sofferenza, ma come manifestazione suprema dell'amore divino. La sua preghiera era un dialogo intimo e profondo, caratterizzato da una tenerezza e da un abbandono totale a Dio che la rendevano una mistica esemplare.
Le sorelle clarisse, da lei fondate, seguivano un modello di vita comunitaria basato sulla fraternità, sulla condivisione e sull'accoglienza reciproca. Chiara introduceva un nuovo concetto di vita religiosa femminile, dove la donna non era più vista come subordinata, ma come soggetto attivo nella vita spirituale e nella Chiesa.
Particolarmente significativo era il suo rapporto con il corpo. Lungi dall'essere un elemento di mortificazione, per Chiara il corpo era uno strumento di lode e di servizio a Dio. Le sue pratiche ascetiche non miravano a un'autodenigrazione, ma a una purificazione interiore che permettesse una relazione più autentica con il divino.
La spiritualità di Chiara aveva anche una forte dimensione profetica. Attraverso la sua scelta di vita, sfidava i modelli sociali e religiosi del suo tempo, dimostrando che la vera ricchezza non sta nel possesso, ma nell'amore e nella relazione con Dio. La sua testimonianza era un continuo richiamo alla Chiesa a tornare alle origini evangeliche, a una vita di semplicità e di autentica sequela di Cristo.
Nella sua ultima fase di vita, nonostante la malattia e la sofferenza fisica, Chiara mantenne una serenità e una gioia spirituale straordinarie.

