sabato 2 dicembre 2017

Clarisse Arcevia

Monastero Clarisse
Piazzale Francesco Cesari, 2
60011 Arcevia  (Ancona)

Tel. 0731.9136

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Come santo Francesco ricevuto il consiglio di santa Chiara e del santo frate Silvestro, che dovesse predicando convertire molta gente, e' fece il terzo Ordine e predicò agli uccelli e fece stare quete le rondini. 
      
      L'umile servo di Cristo santo Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, avendo già radunati molti compagni e ricevuti all'Ordine, entrò in grande pensiero e in grande dubitazione di quello che dovesse fare: ovvero d'intendere solamente ad orare, ovvero alcuna volta a predicare, e sopra ciò disiderava molto di sapere la volontà di Dio. E però che la santa umiltà, ch'era in lui, non lo lasciava presumere di sé né di sue orazioni, pensò di cercarne la divina volontà con le orazioni altrui. Onde egli chiamò frate Masseo e dissegli così: "Va' a suora Chiara e dille da mia parte ch'ella con alcune delle più spirituali compagne divotamente preghino Iddio, che gli piaccia dimostrarmi qual sia il meglio; ch'io intenda a predicare o solamente all'orazione. E poi va' a frate Silvestro e digli il simigliante". Quello era stato nel secolo messere Silvestro, il quale avea veduto una croce d'oro procedere dalla bocca di santo Francesco, la quale era lunga insino al cielo e larga insino alla stremità  del mondo; ed era questo frate Silvestro di tanta divozione e di tanta santità, che di ciò che chiedeva a Dio, e' impetrava ed era esaudito, e spesse volte parlava con Dio, e però santo Francesco avea in lui grande divozione.

      Andonne frate Masseo e, secondo il comandamento di santo Francesco, fece l'ambasciata prima a santa Chiara e poi a frate Silvestro. Il quale, ricevuta che l'ebbe, immantenente si gittò in orazione e orando ebbe la divina risposta, e tornò frate Masseo e disse così: "Questo dice Iddio che tu dica a frate Francesco: che Iddio non l'ha chiamato in questo stato solamente per sé, ma acciò che faccia frutto delle anime e molti per lui sieno salvati". Avuta questa risposta, frate Masseo tornò a santa Chiara a sapere quello ch'ella avea impetrato da Dio. Ed ella rispuose ch'ella e l'altre compagne aveano avuta da Dio quella medesima risposta, la quale avea avuto frate Silvestro.

      Con questo ritorna frate Masseo a santo Francesco, e santo Francesco il riceve con grandissima carità, lavandogli li piedi e apparecchiandogli desinare. E dopo 'l mangiare, santo Francesco chiamò frate Masseo nella selva e quivi dinanzi a lui s'inginocchia e trassesi il  cappuccio, facendo croce delle braccia, e domandollo: "Che comanda  ch'io faccia il mio Signore Gesù Cristo?". Risponde frate Masseo: "Sì a  frate Silvestro e sì a suora Chiara colle suore, che Cristo avea risposto  e rivelato che la sua volontà si è che tu vada per lo mondo a predicare,  però ch'egli non t'ha eletto pure per te solo ma eziandio per salute degli  altri". E allora santo Francesco, udito ch'egli ebbe questa risposta e  conosciuta per essa la volontà di Cristo, si levò su con grandissimo  fervore e disse: "Andiamo al nome di Dio". E prende per compagno  frate Masseo e frate Agnolo, uomini santi.

      E andando con empito di spirito, sanza considerare via o semita, giunsono a uno castello che si chiamava Savurniano. E santo Francesco  si puose a predicare, e comandò prima alle rondini che tenessino  silenzio infino a tanto ch'egli avesse predicato. E le rondini l'ubbidirono. Ed ivi predicò in tanto fervore che tutti gli uomini e le donne di  quel castello per divozione gli volsono andare dietro e abbandonare il  castello; ma santo Francesco non lasciò, dicendo loro: "Non abbiate  fretta e non vi partite, ed io ordinerò quello che vo' dobbiate fare per  salute dell'anime vostre". E allora pensò di fare il terzo ordine per  universale salute di tutti. E così lasciandoli molto consolati bene  disposti a penitenza, si partì quindi e venne tra Cannaio e Bevagno.

      E passando oltre con quello fervore, levò gli occhi e vide alquanti  arbori allato alla via, in su' quali era quasi infinita moltitudine d'uccelli;  di che santo Francesco si maravigliò e disse a' compagni: "Voi  m'aspetterete qui nella via, e io andrò a predicare alle mie sirocchie  uccelli". E entrò nel campo e cominciò a predicare alli uccelli ch'erano  in terra; e subitamente quelli ch'erano in su gli arbori se ne vennono a  lui insieme tutti quanti e stettono fermi, mentre che santo Francesco  compiè di predicare, e poi anche non si partivano infino a tanto ch'egli  diè loro la benedizione sua. E secondo che recitò poi frate Masseo a  frate Jacopo da Massa, andando santo Francesco fra loro, toccandole  colla cappa, nessuna perciò si movea. La sustanza della predica di santo  Francesco fu questa: "Sirocchie mie uccelli, voi siete molto tenute a  Dio vostro creatore, e sempre e in ogni luogo il dovete laudare, imperò  che v'ha dato la libertà di volare in ogni luogo; anche v'ha dato il  vestimento duplicato e triplicato; appresso, perché elli riserbò il seme  di voi in nell'arca di Noè, acciò che la spezie vostra non venisse meno  nel mondo; ancora gli siete tenute per lo elemento dell'aria che egli ha  deputato a voi. Oltre a questo, voi non seminate e non mietete, e Iddio  vi pasce e davvi li fiumi e le fonti per vostro bere, e davvi li monti e le  valli per vostro refugio, e gli alberi alti per fare li vostri nidi. E con ciò  sia cosa che voi non sappiate filare né cucire, Iddio vi veste, voi e'  vostri figliuoli. Onde molto v'ama il vostro Creatore, poi ch'egli vi dà  tanti benefici, e però guardatevi, sirocchie mie, del peccato della  ingratitudine, e sempre vi studiate di lodare Iddio". Dicendo loro santo  Francesco queste parole, tutti quanti quelli uccelli cominciarono ad  aprire i becchi e distendere i colli e aprire l'alie e riverentemente inchinare li capi infino  in terra, e con atti e con canti dimostrare che 'l padre santo dava loro  grandissimo diletto. E santo Francesco con loro insieme si rallegrava e  dilettava, e maravigliavasi molto di tanta moltitudine d'uccelli e della  loro bellissima varietà e della loro attenzione e famigliarità; per la qual  cosa egli in loro divotamente lodava il Creatore. Finalmente compiuta la  predicazione, santo Francesco fece loro il segno della Croce e diè loro  licenza di partirsi; e allora tutti quelli uccelli si levarono in aria con  maravigliosi canti, e poi secondo la Croce ch'avea fatta loro santo  Francesco si divisono in quattro partì; e l'una parte volò inverso l'oriente  e l'altra parte verso occidente, e l'altra parte verso lo meriggio, e la quarta  parte verso l'aquilone, e ciascuna schiera n'andava cantando  maravigliosi canti; in questo significando che come da santo  Francesco gonfaloniere della Croce di Cristo era stato a loro predicato  e sopra loro fatto il segno della Croce, secondo il quale egli si divisono  in quattro partì del mondo; così la predicazione della Croce di Cristo  rinnovata per santo Francesco si dovea per lui e per li suoi frati portare  per tutto il mondo; li quali frati, a modo che gli uccelli, non possedendo  nessuna cosa propria in questo mondo, alla sola provvidenza di Dio  commettono la lor vita.

      A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.