sabato 20 dicembre 2014

Clarisse Aversa

Monastero Maria Assunta
Via Castello, 20
81031 Aversa  (Caserta)

Tel. 081.8901927


Santo Francesco, quando stava ad Assisi, spesse volte visitava Santa Chiara dandole santi ammaestramenti. Ed avendo ella grandissimi desideri di mangiare una volta con lui, e di ciò pregandolo molte volte, egli non le volle mai fare questa consolazione. Onde vedendo li suoi compagni il desiderio di santa Chiara, dissono a santo Francesco: "Padre, a noi non pare che questa rigidità sia secondo la carità divina, che suora Chiara, vergine così santa, a Dio diletta tu non esaudisca in così piccola cosa, come è mangiare con te e specialmente considerando che ella per le tue predicazioni abbandonò le ricchezze e le pompe del mondo. E di vero, se ella ti domandasse maggiore grazia che questa non è, sì la doveresti fare alla tua pianta spirituale". Allora santo Francesco rispose: "Pare a voi ch'io la debba esaudire?". Rispondono li compagni: "Padre, si degna cosa è che tu le faccia questa grazia e consolazione". Disse allora santo Francesco: "Da poi che pare a voi, pare anche a me. Ma affinché ella sia più consolata, io voglio che questo mangiare si faccia in Santa Maria degli Angeli, poiché ella è stata lungo tempo rinchiusa in santo Damiano, sicché le gioverà di vedere il luogo di santa Maria, dov'ella fu fatta sposa di Gesù Cristo; ed ivi mangeremo insieme al nome di Dio".

Venendo dunque il dì ordinato a ciò, santa Chiara uscì del monastero con una compagna, accompagnata di compagni di santo Francesco, e venne a Santa Maria degli Angeli. E salutata devotamente la Vergine Maria dinanzi al suo altare, dov'ella ricevette il velo. E in questo mezzo santo Francesco fece apparecchiare la mensa in sulla piana terra, siccome era usato di fare. E fatta l'ora di desinare si pongono a sedere insieme santo Francesco e santa Chiara, e uno dei compagni di santo Francesco e la compagna di santa Chiara, e poi tutti gli altri compagni s'acconciarono alla mensa umilmente. E per la prima vivanda santo Francesco cominciò a parlare di Dio sì soavemente, sì altamente, meravigliosamente, che discendendo sopra di loro l'abbondanza della divina grazia, tutti furono in Dio rapiti.

E stando così rapiti con gli occhi e con le mani levate in cielo, gli uomini da Assisi e da Bettona e quelli della contrada dintorno, vedevano che Santa Maria degli Angeli e tutto il luogo e la selva ch'era allora intorno al luogo, ardevano fortemente, e pareva che fosse un fuoco grande che occupava la chiesa e il luogo e la selva insieme. Per la qual cosa gli assisani con gran fretta corsero laggiù per spegnere il fuoco, credendo veramente che ogni cosa ardesse. Ma giungendo al luogo e non trovando ardere nulla, entrarono dentro e trovarono santo Francesco con santa Chiara con tutta la loro compagnia ratti in Dio per contemplazione e sedere intorno a quella mensa umile. Di che essi certamente compresero che quello era stato fuoco divino e non materiale, il quale Iddio aveva fatto apparire miracolosamente, a dimostrare e significare il fuoco de divino amore, del quale ardevano le anime di questi santi frati e sante monache; onde si partirono con grande consolazione nel cuore loro e con santa edificazione.

Poi, dopo grande spazio tornando in sé santo Francesco e santa Chiara insieme con li altri, e sentendosi bene confortati del cibo spirituale, poco si curarono del cibo corporale. E così compiuto quel benedetto desinare, santa Chiara bene accompagnata si ritornò a Santo Damiano. Di che le suore vedendola ebbero grande allegrezza; però che elle temevano che santo Francesco non l'avesse mandata a reggere qualche altro monastero, siccome egli aveva già mandata suora Agnese, santa sua sirocchia, abadessa a reggere il monastero di Monticelli di Firenze; e santo Francesco alcuna volta aveva detto a santa Chiara: "Apparecchiati, se bisognasse ch'io ti mandassi in alcuno luogo"; ed ella come figliuola di santa obbedienza aveva risposto: "Padre, io sono sempre apparecchiata ad andare dovunque voi mi manderete". E però le suore sì si rallegrarono fortemente, quando la riebbero; e santa Chiara rimase d'allora innanzi molto consolata.